Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: Adesso siamo qui con una ricercatrice, Anna Marini.
Dici di che cosa ti occupi e perché sei qui.
[00:00:06] Speaker B: Ciao, allora io mi occupo di ricerca di materia oscura presso il CERN di Ginevra. Sono un assegnista di ricerca e seguo un esperimento che si chiama NA64. Questo esperimento si svolge nell'ambito della fisica delle particelle. I fisici delle particelle sono persone che da diverso tempo si interrogano sulla natura del nostro universo in particolare sui suoi costituenti elementari e quindi hanno creato una mappa che si chiama modello standard della fisica delle particelle che racchiude tutti i costituenti elementari della materia solo che questa mappa purtroppo non è completa ad oggi mancano ancora dei pezzi in particolare su una grande porzione di materia che si chiama materia oscura Sostanzialmente noi conosciamo tutta la materia che compone il mondo che possiamo toccare e vedere con i nostri occhi, ma c'è una grande porzione di materia che costituisce l'85% del nostro universo, quindi decisamente non trascurabile, che ad oggi risulta ignota.
Quello che facciamo noi è costruire dei modelli che potrebbero identificare la natura di questa materia oscura e verificare se poi questi modelli corrispondano a verità tramite gli esperimenti della fisica sperimentale.
E io faccio parte di uno di questi esperimenti.
[00:01:16] Speaker A: Più nello specifico quindi, che cosa porti alla notte dei ricercatori? Come fai a far capire alle persone questa cosa che è abbastanza, come dire, oscura? L'hai detto tu stessa.
[00:01:27] Speaker B: Infatti non lo faccio perché porto un'altra cosa.
I rivelatori di materia oscura sono degli oggetti abbastanza complicati e anche grossi da trasportare. Soprattutto se mi vedessero portarlo via dal CERN mi potrebbero arrestare. Quindi porto una versione un pochino diversa.
Sempre inerente alla fisica delle particelle, in particolare ai raggi cosmici. I raggi cosmici sono delle particelle che attraversano il nostro universo e ci possono fornire informazioni sui corpi celesti che li emettono. Quindi sono una tecnica, diciamo, complementare alla luce per lo studio del nostro universo. E quindi quello che portiamo oggi è un piccolo rivelatore di raggi cosmici per far vedere alle persone che sono qui in piazza a prendersi la birra, li disturbiamo per fargli vedere come con dei materiali piuttosto semplici si possano costruire dei rivelatori anche per qualcosa di impensato, ad esempio le particelle provenienti dallo spazio.
[00:02:19] Speaker A: Perfetto, ne metterò uno sul mio terrazzo e adesso invece, facendo un passo indietro nel tempo, una domanda più personale. Cosa ti ha spinto a intraprendere la dura strada della ricerca?
[00:02:32] Speaker B: Risale più o meno alla fine del liceo. Io facevo il liceo classico perché odiavo la matematica. Odiavo la matematica perché non me ne fregava niente di sapere che un giorno Euclide si fosse svegliato e avesse deciso che le cose vanno in un certo modo.
Alla fine del liceo io ho cominciato a studiare fisica e so che i matematici all'ascolto potrebbero ora brividire, però ho capito il senso della matematica, perché la fisica è quello strumento che ti permette di capire la realtà che ti circonda, sia nell'infinitamente piccolo, quindi le particelle elementari, sia all'infinitamente grande, quindi cluster di galassie, buchi neri, eccetera. Ed è l'unica scienza che si propone un obiettivo così enorme. e quindi quello che mi ha spinto a intraprendere questa strada è l'amore, diciamo, perché io in quel momento mi sono innamorata della fisica ed è un amore che tra alti e bassi mi porto dietro fino a oggi.
[00:03:22] Speaker A: Perfetto, grazie mille. Allora potremmo vedere il tuo laboratorio qui alla notte dei ricercatori e, come il suo, anche quello di tanti altri giovani ricercatori.